La crisi economica e sociale nella quale è piombato il mondo dopo i fasti del Dopoguerra ha finito col normalizzare una condizione di disagio, ormai endemica. Al cuore della civiltà capitalistica, assieme al benessere materiale sorge un crescente malessere sociale. Un doloroso senso d’impotenza accompagna l’ineluttabile trionfo di un modello che annienta la possibilità stessa di un’alternativa. Capire le forme di questo disagio è necessario per elaborare delle strategie di resistenza. Oggi il disagio è ovunque e in ogni luogo: dobbiamo tentarne una geografia. Esplorare i suoi spazi – domestico, urbano, economico, sociale – per elaborare delle vie di fuga.
A lungo ci siamo raccontati che questo era il migliore dei mondi possibili, e invece eccoci qua a fare i conti con gli effetti collaterali del nostro modello di sviluppo: diseguaglianza, nevrosi, precarietà di massa. Entrato da almeno quattro decenni in una fase di crisi severa, forse terminale, il capitalismo occidentale non riesce a produrre benessere materiale senza diffondere allo stesso tempo un malessere profondo. Finito il tempo delle utopie, ogni sfera dell’esistenza viene toccata da quello che ormai appare come un fenomeno endemico: dalla vita politica a quella psichica, dallo spazio urbano a quello domestico, dall’adolescenza all’età adulta. Per orientarci in questa terra desolata abbiamo chiesto a otto autrici e autori di provare a disegnare una mappa del disagio. Otto tra filosofi, architetti, urbanisti, sociologi, psicologi per raccontare il nostro “tempo fuori di sesto” e immaginare delle forme di resistenza.
Disagiotopia. Malessere precarietà ed esclusione nell’era del tardo capitalismo
a cura di Florencia Andreola, con prefazione di Raffaele Alberto Ventura
DEditore, Roma 2020.
Con interventi di:
Pier Vittorio Aureli e Maria Shéhérazade Giudici
Federico Chicchi
Umberto Galimberti
Loretta Lees
Guido Mazzoni
Saskia Sassen
Raffaele Alberto Ventura
Il libro è disponibile all’acquisto a questo link.